Impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia
L’emergenza legata al coronavirus sta portando a galla uno dei grossi nodi irrisolti del Paese: l’adeguata presenza sul territorio di impianti per il trattamento dei rifiuti. I termovalorizzatori non hanno visto incrementi significativi negli ultimi anni. Gran parte di quelli previsti sono rimasti sulla carta. Senza nuove costruzioni si perderà circa la metà dell’attuale capacità di recupero energetico dai rifiuti. Ricordiamo inoltre che l’Italia è chiamata a raggiungere gli obiettivi di recupero energetico fissati dalla Ue (dal 18% del 2017 al 25% del 2035).
Aumento vertiginoso dei rifiuti sanitari trasformati in energia
Fra tamponi faringei, guanti in lattice e mascherine nell’ultima settimana sono aumentati del 20% i rifiuti ospedalieri a rischio infettivo ma le aziende che si occupano della gestione stanno riuscendo a “garantire, a tutto il sistema sanitario nazionale, servizi adeguati, pur nel contesto di straordinaria emergenza” assicura Lucia Leonessi all’Ansa, direttore generale di Confindustria Cisambiente a cui fanno capo le imprese del settore ecologia e igiene ambientale. Una parte di questi rifiuti finiscono nei termovalorizzatori producendo energia che viene immessa nella rete. Il passaggio è ovviamente gestito sulla base di una procedura molto rigida perché si tratta di materiali pericolosi, in quanto potenzialmente infetti.
I dati sottolineano però la presenza di impianti di smaltimento e valorizzazione dei rifiuti adeguati prevalentemente (se non esclusivamente) nel Nord Italia. l’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) recentemente ha sottolineato che “vi sono regioni in cui il quadro impiantistico è molto carente o del tutto inadeguato”. C’è dunque l’urgenza di omogeneizzare questi modelli virtuosi.
Favorire l’economia circolare con impianti adeguati
Si torna quindi all’importanza dell’economia circolare, che anche in un momento di emergenza come quello attuale, si pone come soluzione principe non soltanto per lo smaltimento, ma anche per la valorizzazione dei materiali di scarto e pericolosi (come nel caso di quelli sanitari). Per centrare l’obiettivo è fondamentale la presenza di impianti di smaltimento adeguati su tutto il territorio italiano.
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